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Sei in > Storia della Moneta > La moneta nel suo sviluppo storicoLa moneta celtica in Britannia - un'introduzionedi Sergio Tomasetto La storia del celtismo britannico inizia agli albori del primo millennio
a.C.. Sono proprio le popolazioni del continente ad esportare le prime monete in Britannia, dove i mezzi di scambio sono ancora lame di spada e lingotti metallici. La moneta dei Celti continentali si ispira direttamente ai famosi stateri
aurei di Filippo II di Macedonia, noti sia grazie all’attività
di mercenari svolta dai guerrieri celti, sia ai contatti delle tribù
galliche con le poleis greche del sud della Francia.
Queste monete di importazione raggiungono la Britannia attorno
alla metà del II sec. a.C.. Tali emissioni auree, dette “gallo-belgiche”,
circolano ampiamente sul territorio dell’isola nel periodo che precede
la realizzazione di emissioni locali.
Attorno al 50 a.C. ormai tutte le tribù del sud-est dell’Inghilterra battono regolarmente moneta in oro, argento e bronzo (o più facilmente lega di bronzo e stagno o rame e stagno). I tipi più difffusi sono quelli direttamente inerenti la cultura e le tradizioni celtiche: il cavallo, il cinghiale, la spiga di grano. Nello stesso periodo i regnanti iniziano a porre sulle monete epigrafi latine col proprio nome e gradualmente anche la tipologia subisce l’influsso dei motivi e delle leggende classiche.
Gli stateri aurei di importazione pesavano circa 6-6.5 g, mentre gli stateri locali si assestano su 5-5.8 g. Esiste poi il quarto di statere di peso compreso tra 1.1 e 1.4 g (1.4-1.6 g quello “gallo-belgico” di importazione). Le monete auree più leggere sono quelle coniate dagli Iceni, con uno statere di 4.2-4.9 g e un quarto di statere di 0.8-1 g. L’unità di peso dell’argento è 1.2 g, ma la gamma dei pesi varia da 0.8 a 1.3 g. Anche per l’argento esiste il quarto di unità, con pesi tra 0.2 e 0.4 g. Resta difficile l’interpretazione dei pochi esemplari in argento di peso 0.5-0.7 g: si tratta di un nominale intermedio o semplicemente di quarti di unità troppo pesanti? Le monete in bronzo o lega metallica sono molto più scarse e la variabilità ponderale non consente di individuare con certezza l’unità. Certo è che, considerato il loro scarso valore intrinseco, esse erano accettate nel commercio per il loro valore nominale. Le primissime monete dei Cantii del Kent sono le più pesanti, mentre lo standard del periodo successivo potrebbe individuarsi attorno a 1.4-1.7 g. Sulle monete non appaiono segni o contromarche che facciano
supporre una relazione fissa tra i diversi metalli coniati, sebbene alcuni
studiosi ipotizzino un rapporto oro:argento di 12 o 13:1. |
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