Sei in > Storia della Moneta > La moneta nel suo sviluppo storico > La moneta romana >La Moneta Romana Repubblicana

La Monetazione Romano-Campana

I contatti che aveva instaurato con la Magna Grecia, abituata ormai da tempo all'uso della moneta, indussero Roma ad adottare tale mezzo di scambio, ereditando il modello proposto dalle città campane. Le monete così prodotte si definiscono romano-campane perché sono emesse sotto l'autorità di Roma, di cui recano scritto il nome (legenda), ma sono coniate in zecche della Campania, secondo un sistema ponderale e tipi inizialmente non romani.

L'inizio di queste serie si individua in due successive emissioni di bronzo che presentano al D/ la testa di Apollo e al R/ una protome di toro con volto umano (un tipo consueto a Neapolis); la legenda della prima indica Roma in caratteri greci, la seconda in caratteri latini (ROMAION).

In seguito, a partire dalla fine del IV secolo o dai primi decenni del III a.C. furono coniate tre serie d'argento, con legenda ROMANO il cui valore equivaleva a quello del didrammo (g.7,40) e della dracma greca (g.3,30).

didracma romano-campana didracma romano-campana

Le serie successive, forse emesse a Roma, recano la legenda Roma ed hanno pesi ridotti. Ultima emissione di queste serie è il "quadrigato", così chiamato da Plinio, per la presenza sul R/ di Giove su una quadriga guidata dalla Vittoria, mentre al D/ presenta una testa giovanile bifronte laureata.

A quest'ultima emissione venne affiancata una moneta d'oro con la stessa testa giovanile bifronte al D/ ed una scena di giuramento (due guerrieri che giurano su un porcellino tenuto da un terzo guerriero) al R/.

quadrigato statere aureo

Entrambe le monete sembrano alludere alla vittoria riportata dai Romani sui Sanniti e la loro coalizione presso Sentinum nel 295 a.C. e alla conseguente pace del 290 a.C. celebrata, appunto, con il giuramento di fedeltà.