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Sei in > Aspetti e Tecniche della MonetaMetalli e MiniereI metalli usati per la produzione di monete nel mondo antico furono l'oro, l'argento, il rame e loro leghe. All'inizio il facile reperimento determinò la scelta, successivamente l'approvvigionamento avvenne anche per via mercantile. L'oro, metallo principe delle corti orientali, venne usato in un primo momento nella zona prospicente il Mediterraneo orientale e nelle città greche della Ionia, in lega con l'argento. Questo era l'elettro, che si trova in natura nelle miniere dell'Asia Minore e nelle sabbie dei fiumi che le dilavano. Usarono l'elettro città come Focea e Mitilene, tra le prime a battere moneta. In un secondo momento l'elettro fu prodotto artificialmente. Questo determinò il moltiplicarsi di contraffazioni che si cercò di arginare con la promulgazione di leggi e decreti punitivi fino all'abbandono della monetazione in elettro. La coniazione di monete di argento fu caratteristica del mondo greco. Le città greche disponevano di varie miniere: Atene, ad esempio, sfruttò quelle del Pangeo e dal V secolo a.C. anche quelle del Laurion. Più difficile è, invece, stabilire la provenienza dell'argento per altre città. E' probabile che molte comunità greche, non avendo la possibilità di
sfruttare direttamente miniere, ottenessero il metallo necessario alle
emissioni con il commercio: ad esempio Corinto probabilmente lo acquistava
dall'Illiria. Anche le città della Magna Grecia se ne
rifornivano per via commerciale, soprattutto quella etrusco-punica.
L'uso del rame in lega con altri metalli, soprattutto con lo stagno (che determina il bronzo), è tipico delle emissioni italiche e di Roma, come dimostra la serie dell'asse. Più tardi i Romani, dall'età di Cesare, usarono anche una lega di rame e zinco, detta oricalco, analoga al nostro ottone. Questo metallo fu utilizzato regolarmente da Augusto in poi per l'emissione di dupondi e sesterzi, allo scopo di distinguere questi due nominali dalla restante monetazione enea. Accanto alle prime emissioni bronzee in età repubblicana, se ne affiancò una in argento, destinata a divenire la moneta centrale del sistema monetale romano: il denario. Si determinò, quindi, la necessità di approvvigionamento in grande quantità dell'argento. Per questo motivo la Spagna, ricca di miniere, fu un appetibile territorio di conquista, divenendo il punto nodale del secondo conflitto punico-romano (218 -202 a.C); famose erano le miniere di Cartagena, sfruttate appieno dal II secolo a.C. Scarsa fu in età repubblicana la monetazione aurea, legata ad eventi particolari. Con la riforma augustea la coniazione di monete d'oro divenne regolare: il metallo necessario affluiva dalla Gallia e, via via, dopo le varie conquiste, dall'Europa del Nord e dell'Est e, con Traiano, soprattutto dalla Dacia.
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